Il cattivo spirito della sconfitta è fratello della tentazione di separare prima del tempo il grano dalla zizzania, prodotto di una sfiducia ansiosa ed egocentrica. In ogni caso un valido accompagnatore non accondiscende ai fatalismi o alla pusillanimità. Questo implica non solo riconoscere e interpretare le mozioni dello spirito buono e dello spirito cattivo, ma â e qui sta la cosa decisiva â scegliere quelle dello spirito buono e respingere quelle dello spirito cattivo. Con la parola gli Apostoli, che aveva istituito «perché stessero con lui e per mandarli a predicare» (Mc 3,14), attrassero in seno alla Chiesa tutti i popoli (cfr Mc 16,15.20). In questo modo, egli scopre «le aspirazioni, le ricchezze e i limiti, i modi di pregare, di amare, di considerare la vita e il mondo, che contrassegnano un determinato ambito umano», prestando attenzione al «popolo concreto al quale si rivolge, se non utilizza la sua lingua, i suoi segni e simboli, se non risponde ai problemi da esso posti». In questi versetti si presenta il momento in cui il Risorto invia i suoi a predicare il Vangelo in ogni tempo e in ogni luogo, in modo che la fede in Lui si diffonda in ogni angolo della terra. 58. Il problema maggiore si verifica quando il messaggio che annunciamo sembra allora identificato con tali aspetti secondari che, pur essendo rilevanti, per sé soli non manifestano il cuore del messaggio di Gesù Cristo. 72. [33] Affinché questo impulso missionario sia sempre più intenso, generoso e fecondo, esorto anche ciascuna Chiesa particolare ad entrare in un deciso processo di discernimento, purificazione e riforma. Se vogliamo donarci a fondo e con costanza, dobbiamo spingerci oltre ogni altra motivazione. Perché mi attrae?». Anche se non sempre è facile accostare i giovani, si sono fatti progressi in due ambiti: la consapevolezza che tutta la comunità li evangelizza e li educa, e lâurgenza che essi abbiano un maggiore protagonismo. San Tommaso dâAquino insegnava che anche nel messaggio morale della Chiesa câè una gerarchia, nelle virtù e negli atti che da esse procedono. [200] Ma, a causa della dimensione sacramentale della grazia santificante, lâazione divina in loro tende a produrre segni, riti, espressioni sacre, che a loro volta avvicinano altri ad una esperienza comunitaria di cammino verso Dio. Abbiamo a disposizione un tesoro di vita e di amore che non può ingannare, il messaggio che non può manipolare né illudere. Lâentusiasmo nellâannunziare il Cristo deriva dalla convinzione di rispondere a tale attesa».[208]. La Chiesa non cessa di stupirsi per «la profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio» (Rm 11,33). Non si può perseverare in unâevangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare. 55. Guardando a lei scopriamo che colei che lodava Dio perché «ha rovesciato i potenti dai troni» e « ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,52.53) è la stessa che assicura calore domestico alla nostra ricerca di giustizia. I grandi uomini e donne di Dio sono stati grandi intercessori. La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia, la quale è anche celebrazione dellâattività evangelizzatrice e fonte di un rinnovato impulso a donarsi. Inoltre, è necessario che riconosciamo che, se parte della nostra gente battezzata non sperimenta la propria appartenenza alla Chiesa, ciò si deve anche ad alcune strutture e ad un clima poco accoglienti in alcune delle nostre parrocchie e comunità, o a un atteggiamento burocratico per rispondere ai problemi, semplici o complessi, della vita dei nostri popoli. [153] In questo quadro si comprende la richiesta di Gesù ai suoi discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37), e ciò implica sia la collaborazione per risolvere le cause strutturali della povertà e per promuovere lo sviluppo integrale dei poveri, sia i gesti più semplici e quotidiani di solidarietà di fronte alle miserie molto concrete che incontriamo. In questo quadro, e in base alla dottrina della Costituzione dogmatica Lumen gentium, ho deciso, tra gli altri temi, di soffermarmi ampiamente sulle seguenti questioni: a) La riforma della Chiesa in uscita missionaria. 261. Non rimaniamo al margine di questo cammino della speranza viva! Vat. [214] Cfr Conc. Ecco perché Maria può rallegrarsi. Siamo molto chiaramente avvertiti: «sia fatto con dolcezza e rispetto» (1 Pt 3,16), e «se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti» (Rm 12,18). enc. Categories La Gioia del Vangelo . A cinquantâanni dal Concilio Vaticano II, anche se proviamo dolore per le miserie della nostra epoca e siamo lontani da ingenui ottimismi, il maggiore realismo non deve significare minore fiducia nello Spirito né minore generosità. La parola è essenzialmente mediatrice e richiede non solo i due dialoganti ma anche un predicatore che la rappresenti come tale, convinto che « noi non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù » (2 Cor 4,5). Queste convinzioni e pratiche di solidarietà, quando si fanno carne, aprono la strada ad altre trasformazioni strutturali e le rendono possibili. Giovanni Paolo II ci ha invitato a riconoscere che «bisogna, tuttavia, non perdere la tensione per lâannunzio» a coloro che stanno lontani da Cristo, «perché questo è il compito primo della Chiesa». Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua. II. La gioia nel Nuovo Testamento 4. b) Le tentazioni degli operatori pastorali. 157. Si può anche tradurre in diversi modi di mostrarsi a se stessi coinvolti in una densa vita sociale piena di viaggi, riunioni, cene, ricevimenti. La città produce una sorta di permanente ambivalenza, perché, mentre offre ai suoi cittadini infinite possibilità, appaiono anche numerose difficoltà per il pieno sviluppo della vita di molti. Dov’è andato quest’angelo? 39. Si arrabbiano quando gli altri non li ascoltano o non li apprezzano, ma forse non si sono impegnati a cercare il modo adeguato di presentare il messaggio. Se realmente vogliamo raggiungere una sana economia mondiale, câè bisogno in questa fase storica di un modo più efficiente di interazione che, fatta salva la sovranità delle nazioni, assicuri il benessere economico di tutti i Paesi e non solo di pochi. Questo, in definitiva, sarebbe utilizzare qualcosa di sacro a proprio vantaggio e trasferire tale confusione al Popolo di Dio. Anche quando la funzione del sacerdozio ministeriale si considera âgerarchicaâ, occorre tenere ben presente che «è ordinata totalmente alla santità delle membra di Cristo». Impariamo piuttosto dai santi che ci hanno preceduto ed hanno affrontato le difficoltà proprie della loro epoca. San Tommaso dâAquino sottolineava che i precetti dati da Cristo e dagli Apostoli al popolo di Dio «sono pochissimi». La sola cosa che so è che il Signore illuminò la mia anima con i raggi della verità, i quali superavano a tal punto il luccichio tenebroso delle feste della Terra, che non potevo credere al grado della mia felicità»: Manoscritto C, 29 v° â 30 r°, in Oeuvres complètes, Paris, 1992, pp. [3] Lett. Rallegrati piena di grazia il Signore è con te. Quando si cerca di ascoltare il Signore è normale avere tentazioni. Non si possono riempire i seminari sulla base di qualunque tipo di motivazione, tanto meno se queste sono legate ad insicurezza affettiva, a ricerca di forme di potere, gloria umana o benessere economico. 196. 277. Perché, se qualcuno ha accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri? Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. enc. Anche san Paolo, a partire dal suo incontro con Gesù Cristo, «subito annunciava che Gesù è il figlio di Dio» (At 9,20). [98] III Conferenza Generale dellâEpiscopato Latino-americano e dei Caraibi, Documento di Puebla (23 marzo 1979), 450; cfr V Conferenza Generale dellâEpiscopato Latino-americano e dei Caraibi, Documento di Aparecida (29 giugno 2007), 264. 5,11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 187. Però chi dovrebbe privilegiare? Le ripercussioni comunitarie e sociali del kerygma [177-185], Confessione della fede e impegno sociale [178-179] Il Regno che ci chiama [180-181] L'insegnamento della Chiesa sulle questioni sociali [182-185], II. Assume molte forme, a seconda del tipo di persona e della condizione nella quale si insinua. Il profeta Zaccaria fonda la gioia sull’annunzio di una prossima venuta: quella del Messia del Signore. ; però occorre accrescere la sensibilità per riconoscere ciò che realmente ha a che fare con la loro vita. E acquistiamo pienezza quando rompiamo le pareti e il nostro cuore si riempie di volti e di nomi! enc. enc. [108] Cfr Conc. Ma è proprio la pietà popolare il miglior punto di partenza per sanarle e liberarle. Al di là del fatto che ci convenga o meno, che ci interessi o no, che ci serva oppure no, al di là dei piccoli limiti dei nostri desideri, della nostra comprensione e delle nostre motivazioni, noi evangelizziamo per la maggior gloria del Padre che ci ama. A coloro che parlano così dico: e quando sarete degni? Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), 80: AAS 68 (1976), 75. [43] Motu proprio Socialium Scientiarum (1 gennaio 1994): AAS 86 (1994), 209. Così come il comandamento ânon uccidereâ pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire âno a unâeconomia dellâesclusione e della inequitàâ. [50] Ai sacerdoti ricordo che il confessionale non devâessere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore che ci stimola a fare il bene possibile. [50] Cfr Giovanni Paolo II, Esort. Nel frattempo, gli esclusi continuano ad aspettare. 97. Non lasciamoli mai soli. Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo. La gioia del Vangelo è la gioia di chi ha incontrato Gesú, ma è anche la gioia di Gesú. In questo testo, Giacomo si mostra erede della maggiore ricchezza della spiritualità ebraica del post-esilio, che attribuiva alla misericordia uno speciale valore salvifico: «Sconta i tuoi peccati con lâelemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità» (Dn 4,24). È lâunione dei popoli, che, nellâordine universale, conservano la loro peculiarità; è la totalità delle persone in una società che cerca un bene comune che veramente incorpora tutti. [2] Posso dire che le gioie più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita sono quelle di persone molto povere che hanno poco a cui aggrapparsi. È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Dio è il nostro sostegno e può sollevare i cuori oppressi dal dolore con la felicità. La gioia del Vangelo apri link. È lâannuncio che risponde allâanelito dâinfinito che câè in ogni cuore umano. Questa gioia è un segno che il Vangelo è stato annunciato e sta dando frutto. Ciò non danneggia solo la Chiesa, ma la vita sociale in genere. In ogni luogo e circostanza i cristiani, incoraggiati dai loro Pastori, sono chiamati ad ascoltare il grido dei poveri, come hanno affermato così bene i Vescovi del Brasile: «Desideriamo assumere, ogni giorno, le gioie e le speranze, le angosce e le tristezze del popolo brasiliano, specialmente delle popolazioni delle periferie urbane e delle zone rurali â senza terra, senza tetto, senza pane, senza salute â violate nei loro diritti. 192. La Chiesa deve accettare questa libertà inafferrabile della Parola, che è efficace a suo modo, e in forme molto diverse, tali da sfuggire spesso le nostre previsioni e rompere i nostri schemi. Così neghiamo la nostra storia di Chiesa, che è gloriosa in quanto storia di sacrifici, di speranza, di lotta quotidiana, di vita consumata nel servizio, di costanza nel lavoro faticoso, perché ogni lavoro è âsudore della nostra fronteâ. La realtà è superiore allâidea. Se un testo è stato scritto per consolare, non dovrebbe essere utilizzato per correggere errori; se è stato scritto per esortare, non dovrebbe essere utilizzato per istruire; se è stato scritto per insegnare qualcosa su Dio, non dovrebbe essere utilizzato per spiegare diverse idee teologiche; se è stato scritto per motivare la lode o il compito missionario, non utilizziamolo per informare circa le ultime notizie. Perciò mi fa tanto male riscontrare come in alcune comunità cristiane, e persino tra persone consacrate, si dia spazio a diverse forme di odio, divisione, calunnia, diffamazione, vendetta, gelosia, desiderio di imporre le proprie idee a qualsiasi costo, fino a persecuzioni che sembrano una implacabile caccia alle streghe. Sebbene questa missione ci richieda un impegno generoso, sarebbe un errore intenderla come un eroico compito personale, giacché lâopera è prima di tutto sua, al di là di quanto possiamo scoprire e intendere. Persino in parrocchie dove i sacerdoti non sono molto impegnati e gioiosi, è la vita fraterna e fervorosa della comunità che risveglia il desiderio di consacrarsi interamente a Dio e allâevangelizzazione, soprattutto se tale vivace comunità prega insistentemente per le vocazioni e ha il coraggio di proporre ai suoi giovani un cammino di speciale consacrazione.