Non la pensa così Olga D'Antona, vedova di Massimo, il giuslavorista ucciso a Roma il 20 maggio 1999 dalle Brigate Rosse: "E' un segnale molto inquietante. "Massimo fu ucciso dalle Br perché chi vuole il conflitto vuole eliminare figure come lui, che era l’uomo della mediazione e del dialogo". Roma, 18 mar. Roma, 16 mar. [9], Il linguaggio delle Nuove Brigate Rosse - Amedeo Benedetti, Corte Suprema di Cassazione - Sentenza Omicidio D'Antona, Centro Documentazione Stragi e Terrorismo, La Storia Siamo Noi - L'Omicidio di Massimo D'Antona, Radio Radicale - Udienze del Processo per l'Omicidio D'Antona, Delitti D'Antona-Biagi - La Repubblica, 5 marzo 2003, Processo D'Antona, tre ergastoli per Morandi, Mezzasalma e la Lioce - La Repubblica, 9 luglio 2005, Appello per l'omicidio D'Antona - La Repubblica, 4 aprile 2008, Processo D'Antona, confermato ergastolo a Lioce, Morandi e Mezzasalma - La Repubblica, Omicidio D'Antona, tre ergastoli confermati dalla Cassazione - La Repubblica, Nei computer gli identikit dei nuovi bersagli - La Repubblica, 25 ottobre 2003, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Omicidio_di_Massimo_D%27Antona&oldid=113868658, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Così Olga d'Antona, vedova di Massimo, il giuslavorista ucciso a Roma il 20 maggio 1999 dalle Brigate Rosse, commenta all'Adnkronos , tra cui Ferrara, Rimini e Modena. [2] Anche qui, come in quella del delitto Biagi, vi si individua una certa logica criminale dell'Organizzazione che progettava di colpire uomini dello Stato e personalità cardine, legate a un contesto di ristrutturazione del mercato del lavoro: "Il giorno 20 maggio 1999, a Roma, le Brigate Rosse per la Costruzione del Partito Combattente hanno colpito Massimo D'Antona, consigliere legislativo del Ministro del Lavoro Bassolino e rappresentante dell'Esecutivo al tavolo permanente del "Patto per l'occupazione e lo sviluppo". Erano da poco passate le 8:00 di mattina, del 20 maggio 1999 quando il professor Massimo D'Antona, consulente del Ministero del Lavoro, si apprestava a uscire dalla sua abitazione di via Salaria, angolo via Po, a Roma, per recarsi al lavoro nel suo studio situato a poca distanza dal suo appartamento. Poche ore dopo l'agguato, in un documento di 14 pagine stampate fronte retro, con tanto di stella a cinque punte e firmato Nuove Brigate Rosse, arriva la rivendicazione.[2]. Non è in pericolo di vita, Crac Banca Popolare di Vicenza, Zonin condannato a sei anni e sei mesi, Disordini alle proteste contro il gasdotto nel Salento, 67 condanne tra i No Tap, Navigazione alternativa dei video correlati. Ricordando anche Ezio Tarantelli e Marco Biagi, ne ha parlato come di "riformisti", a cui "dobbiamo molto", sottolineando di D'Antona "in modo particolare la sua estrema sobrietà, umiltà". Confermate le condanne definitive anche a Federica Saraceni (ventuno anni e sei mesi), Laura Proietti (vent'anni), Cinzia Banelli (dodici anni), Simone Boccaccini (cinque anni e otto mesi), Bruno Di Giovannangelo (cinque anni e sei mesi) e Paolo Broccatelli (nove anni), i giudici hanno ridotto la pena a Diana Blefari Melazzi (da nove anni a sette anni e sei mesi).[7][8]. Esattamente come Massimo D’Antona, altro celebre giuslavorista che lavorava attorno alle stesse tematiche. Secondo la deposizione processuale della pentita Cinzia Banelli, Mario Galesi fa fuoco su D'Antona, svuotando tutti i 9 colpi del caricatore e infliggendogli il colpo di grazia al cuore. Conclusa l'azione i due si allontanano dal luogo del delitto: l'uomo verso via Basento dove sale in sella a un motorino "50", mentre la donna cammina ancora lungo via Salaria, incrociando un secondo testimone oculare che la descrive con: "i capelli corti e lisci, castano scuri, attaccati al volto e pettinati con la riga in mezzo, occhi grandi, piuttosto scuri e faccia grassottella".[1]. Quella del terrorismo è stata una stagione tremenda, da cui la democrazia italiana è uscita rafforzata", ha detto Napolitano. Roma - Condanna per Federica Saraceni anche per l’omicidio del professor Massimo D’Antona, ucciso dalle Br il 20 maggio del 1999. 0 comments. Posted by 1 day ago. Scrive: «Non mi sono sembrati all’altezza di capire!». La città non dimentica, non lo fa la sua università di Modena- Reggio, non il Paese. Il primo processo si conclude il 1º marzo 2005 quando il gup Luisanna Figliolia condanna all'ergastolo Laura Proietti e a vent'anni di reclusione Cinzia Banelli, entrambe giudicate con il rito abbreviato. Nell'ultimo grado di giudizio, il 28 giugno 2007, la Cassazione conferma sostanzialmente le sentenze della Corte d'appello: ergastolo per Morandi, Mezzasalma e Lioce e assoluzione per i 4 irriducibili Fosso, Donati, Galloni e Mazzei, per cui viene respinta la richiesta di un nuovo processo. share. Marco Biagi: il giuslavorista fu ucciso dalle Br a Bologna. La storia che Ilaria e Miran non hanno potuto raccontare, Le vittime innocenti delle mafie: Maria Chindamo, Napoli, bambino di 4 anni cade dal quarto piano. Come ogni anno, in occasione dell'anniversario della sua scomparsa, in Via Salaria, nel luogo dell'omicidio, la sua figura è stata ricordata in una commemorazione a cui hanno partecipato il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, il segretario generale della Cgi, Susanna Camusso. Un ricordo senza pace per Marco Biagi, il giuslavorista ucciso 16 anni fa sotto la sua abitazione di via Valdonica nel centro di Bologna, da un commando delle Nuove Brigate Rosse. Un testimone oculare del delitto, durante il dibattimento, ricostruisce così quella manciata di secondi: "Ero sullo stesso marciapiede su cui camminava D'Antona. hide. Ma dove credono di andare i liberali in Italia? Riprendere le idee del Libro bianco sul lavoro di Marco Biagi, soprattutto in tema di riforma degli ammortizzatori sociali. Ribaltata invece la sentenza di primo grado per Federica Saraceni che, assolta in primo grado dall'accusa di concorso nell'omicidio, viene invece giudicata a parte e condannata a ventuno anni e sei mesi dalla seconda Corte d'assise d'appello, il 4 aprile 2008, ritenendola responsabile di questo particolare reato. 1. Diciannove anni senza Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle nuove Br il 19 marzo 2002 sotto casa a Bologna. Pene minori, invece, per gli altri componenti, tutti assolti dall'accusa di concorso nell'omicidio e ritenuti responsabili solo di associazione sovversiva: nove anni a Paolo Broccatelli, nove anni e sei mesi a Diana Blefari Melazzi, quattro anni e otto mesi a Federica Saraceni, cinque anni a Simone Boccaccini, cinque anni e sei mesi a Bruno Di Giovannangelo e a tutti i cosiddetti detenuti irriducibili che dal carcere di Trani avevano rivendicato l'omicidio: Michele Mazzei, Antonino Fosso, Francesco Donati e Franco Galloni. Roma, 210 nov. - 'E' un segnale molto inquietante. L'8 luglio 2005, dopo 32 ore di camera di consiglio la Corte d'assise di Roma, presieduta da Marco D'Andria, emette il verdetto per gli altri brigatisti alla sbarra e condanna alla pena dell'ergastolo Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma. P.Iva 06382641006, Spotlight: Divieto di accesso. Non la pensa così Olga D'Antona, vedova di Massimo, il giuslavorista ucciso a Roma il 20 maggio 1999 dalle Brigate Rosse: "E' un segnale molto inquietante. A broad range of photos, new images every day. Si è arrestata la crescita, appare ardua la via per uscire dalla crisi". Baffi finti, un contenitore per le urine e le borse con all'interno le armi. 20 maggio 2016La mattina del 20 maggio 1999 Massimo D'Antona, giuslavorista e consigliere del ministero del Lavoro, veniva ucciso in un agguato delle Nuove Brigate Rosse. Parlando dei terroristi, Olga D’Antona, vedova di Massimo, il giuslavorista ucciso a Roma il 20 maggio 1999, disse che rimase esterrefatta dalla loro pochezza intellettuale e organizzativa. Nel mentre il professor D'Antona si è già avviato lungo il marciapiede che costeggia Villa Albani e ha già quasi percorso gran parte degli ultimi centotrenta passi che lo separano dall'ultimo istante della sua vita. Il ricordo del marito giuslavorista ucciso 20 anni fa a Roma: «Lui sul divano suonava la chitarra, io cantavo. We would like to show you a description here but the site won’t allow us. (Labitalia) – ‘Molte erano le idee progettuali del Libro bianco delle quali si è parlato all’epoca, forse troppo poco però. © RAI 2014 - tutti i diritti riservati. Close. ROMA - «Oggi mi è stata notificato l'atto di citazione presso il tribunale civile di Bologna per il 30 gennaio 2009. Io ho proseguito. Il 19 marzo di 19 anni fa veniva ucciso a Bologna il giuslavorista Marco Biagi. In seguito a quell'arresto e, soprattutto, dall'analisi del suo computer palmare gli inquirenti rintracciarono diversi documenti con possibili obbiettivi da colpire, risoluzioni strategiche e diverse altre prove che collegavano i due terroristi con la sigla Nuove BR e, di conseguenza, con gli omicidi D'Antona e Biagi. Per loro l'azione è già cominciata quattro giorni prima, con l'operazione di parcheggio dei mezzi: due furgoni Nissan in sosta in via Salaria, due scooter per la fuga della squadra operativa e le biciclette per le staffette. Secondo la deposizione processuale della pentita Cinzia Banelli, l'uomo che continuava a sparare era Mario Galesi che, armato di una pistola semiautomatica calibro 9x19 senza silenziatore, faceva fuoco su D'Antona, svuotando tutti i 9 colpi del caricatore e infliggendogli il colpo di grazia al cuore. La seconda Corte d'assise d'appello di Roma, nelle due sentenze del 1º giugno e del 28 giugno 2006, conferma gli ergastoli per Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e riduce le condanne a Laura Proietti (a vent'anni), e alla pentita Cinzia Banelli (a dodici anni). Il ricordo del ministro del Lavoro a 19 anni dall'assassinio del giuslavorista in occasione di un evento dei consulenti del lavoro Diciannove anni senza Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle nuove Br il 19 marzo 2002 sotto casa a Bologna. I soccorsi che arrivano poco dopo sul posto trasportano D'Antona al Policlinico Umberto I dove, alle 9:30, il medico ne dichiara la morte. L'omicidio D'Antona riapre la stagione degli omicidi delle Brigate Rosse che, a 11 anni dall'ultimo assassinio, quello di Roberto Ruffilli, si ripropongono all'attenzione pubblica con una nuova sigla, le Nuove Brigate Rosse, con cui riprendono la lotta armata cercando di arrestare il cosiddetto progetto politico neo-corporativo dei Patti per l'occupazione, colpendo figure chiave legate al contesto politico della ristrutturazione del mondo del lavoro. Eppure, riguardano diversi temi della nostra attualità. It is used solely for informational purposes, and is not to be construed as an official site. (Labitalia) - "Molte erano le idee progettuali del Libro bianco delle quali si è parlato all'epoca, forse troppo poco però. 20 maggio 2016 La mattina del 20 maggio 1999 Massimo D'Antona, giuslavorista e consigliere del ministero del Lavoro, veniva ucciso in un agguato delle Nuove Brigate Rosse. Con questa offensiva le Brigate Rosse per la Costruzione del partito Comunista combattente, riprendono l'iniziativa combattente, intervenendo nei nodi centrali dello scontro per lo sviluppo della guerra di classe di lunga durata, per la conquista del potere politico e l'instaurazione della dittatura del proletariato, portando l'attacco al progetto politico neo-corporativo del "Patto per l'occupazione e lo sviluppo", quale aspetto centrale nella contraddizione classe/Stato, perno su cui l'equilibrio politico dominante intende procedere nell'attuazione di un processo di complessiva ristrutturazione e riforma economico-sociale, di riadeguamento delle forme del dominio statuale, base politica interna del rinnovato ruolo dell'Italia nelle politiche centrali dell'imperialismo."[3]. Roma, 19 marzo – “Il futuro del nostro Paese ha bisogno di rafforzare ed estendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e le regole della democrazia, anche con una legge adeguata sulla misurazione della rappresentanza. Ho visto un uomo e una donna che stavano aspettando qualcuno e poi parlavano con questa persona. [5], Assolti in via definitiva Alessandro Costa e Roberto Badel a cui si aggiungono tutti gli irriducibili del carcere di Trani: Michele Mazzei, Antonino Fosso, Francesco Donati e Franco Galloni.[6]. All'omicidio D'Antona seguiranno poi l'assassinio del giuslavorista Marco Biagi e il conflitto a fuoco con le forze dell'ordine sul treno Roma-Firenze, del 2 marzo 2003, che costerà la vita al sovrintendente della PolFer Emanuele Petri, al brigatista Mario Galesi e la conseguente cattura dell'altra brigatista Nadia Desdemona Lioce. save. Secondo il Corriere della Sera alcuni documenti dell’archivio segreto di Scajola smentiscono la versione dell’ex ministro sulle minacce al giuslavorista ucciso dalle Br. Si sono drammaticamente aggravate le diseguaglianze sociali. 19 anni fa veniva ucciso dalle BR il giuslavorista Marco Biagi. Superato l'incrocio con via Adda, in corrispondenza di un cartellone pubblicitario che lo nasconde dalla vista dalla strada, intorno alle ore 8:13, il professore viene bloccato dal commando di brigatisti formato da Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce che sono già dalle 5:30 nascosti all'interno del furgone parcheggiato al lato della strada. Un "grande padre" e giuslavorista ucciso 18 anni fa dalle Nuove Br. L'obbiettivo perseguito è sempre, come per le storiche BR, quello della conquista del potere politico e dell'instaurazione della dittatura del proletariato, attraverso l'annientamento del dominio della borghesia imperialista. Ufficio del Registro delle Imprese di Roma Ho superato via Adda ma, dopo qualche metro, ho sentito dei colpi sordi. Il giuslavorista Marco Biagi, ucciso a Bologna il 19 marzo 2002 Slogan contro il giuslavorista sono apparsi sui muri dell'università, la condanna del rettore 19 Marzo 2018 2 minuti di lettura report. Rispetto ai modelli di rivendicazione utilizzati dai brigatisti negli anni di piombo, oltre alla scomparsa della classica dicitura SIM (Stato Imperialista delle Multinazionali), l'espressione ideologica coniata dalle stesse BR, sostituita da "Borghesia Internazionale", si rileva un netto peggioramento dello stile e della qualità letteraria e una maggior tortuosità nell'espressione. Posted by just now. Gli assassini? Non la pensa così Olga D'Antona , vedova di Massimo , il giuslavorista ucciso a Roma il 20 maggio 1999 dalle Brigate Rosse: E' un segnale molto inquietante . «È un giorno molto triste per me, per mia mamma Marina e per mio fratello Francesco, perché è anche la festa del papà» dice Lorenzo, 31 anni, figlio di Marco Biagi. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 23 giu 2020 alle 14:51. Per l'omicidio del giuslavorista vengono rinviate a giudizio 17 persone: dieci di loro per banda armata e gli altri sette per banda armata e omicidio. I due, nel mezzo, controllano la strada attraverso un piccolo foro ricavato attraverso la vernice bianca che oscura i vetri. Lo afferma Olga D'Antona, moglie di Massimo D'Antona, nel giorno dell’anniversario dell’omicidio del giuslavorista ucciso il 20 maggio del 1999 dalle Brigate Rosse a Roma. "E' un tempo molto difficile per il mondo del lavoro - ha aggiunto il presidente emerito -. ... Italia Viva pronta a sostenere Calenda alle elezioni di Roma. Per Alessandro Costa, Roberto Badel e i fratelli Fabio e Maurizio Viscido c'è invece l'assoluzione.[4]. E anche lui ucciso dalle Brigate Rosse tre anni prima: stavolta a Roma, il 20 maggio 1999. This website contains a collection of photos and images. 1. Mi sono girato a guardare e ho visto una "pistola lunga" e poi l'uomo che continuava a sparare mentre l'altro uomo era già a terra". La città non dimentica, non lo fa la sua università di Modena - … All'incrocio con via Adda, intorno alle ore 8.13, il professore viene bloccato dal commando di brigatisti formato da Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce. "Credo di avere vissuto una delle esperienze più coinvolgenti, durante la presidenza, ricordando le vittime del terrorismo, ricordandole come persone. L'omicidio del 51enne, avvenuto di sera nei pressi della sua abitazione, viene rivendicato dalle Nuove Brigate Rosse. All'omicidio D'Antona seguiranno poi l'assassinio del giuslavorista Marco Biagi e il conflitto a fuoco con le forze dell'ordine sul treno Roma-Firenze, del 2 marzo 2003, che costerà la vita al sovrintendente della PolFer Emanuele Petri, al brigatista Mario Galesi e la conseguente cattura dell'altra brigatista Nadia Desdemona Lioce. Lo afferma all’Adnkronos Olga D'Antona, moglie di Massimo D'Antona, nel giorno dell’anniversario dell’omicidio del giuslavorista ucciso il 20 maggio del 1999 dalle Brigate Rosse a Roma. L’omicidio di Massimo D'Antona fu un atto terroristico avvenuto a Roma il 20 maggio 1999 che vide come vittima Massimo D'Antona, docente universitario e consulente del Ministero del Lavoro, assassinato dalle Nuove Brigate Rosse. Omicidio Biagi, il figlio: "Non perdonerò mai gli assassini" Ricorre oggi il 17mo anniversario della morte di Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse a Bologna. Col malessere sociale che c'è al momento questi sperano di trovare terreno fertile'. Altri tre elementi del gruppo operativo (le cosiddette staffette) hanno già raggiunto la loro posizione prevista e sono tutti equipaggiati con finti telefonini, ricetrasmittenti, cerotti sulle dita per non lasciare impronte, cappellini con visiera e occhiali da vista. Lo afferma all’Adnkronos Olga D'Antona, moglie di Massimo D'Antona, nel giorno dell’anniversario dell’omicidio del giuslavorista ucciso il 20 maggio del 1999 dalle Brigate Rosse a Roma. Vote. Ma non sono soli. Roma, 18 mar.
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