9 Pagine: 55 Anno: 2011/2012. L’operazione dello scrittore consiste nel prendere da quel dizionario, come oggetti custoditi in una teca, le parole, e farne un uso particolare: particolare rispetto al momento storico della parola e al proprio. Scrittore e regista cinematografico, nato a Bologna il 5 marzo 1922 e morto a Ostia (Roma) il 2 novembre 1975. Non è il frammento di mondo racchiuso nell’inquadratura e trasformato dall’inquadratura in un pezzo di bellezza figurativa a sé stante, che interessa Bertolucci, come invece interessa Antonioni. Che utilità ha l’avere individuato, e in qualche modo battezzato, questa recente tradizione tecnico-stilistica di un «cinema di poesia»? dalle 9:00 alle 13:00. Al di fuori di quel dizionario non c’è nulla, se non forse la mimica che accompagna i segni nell’uso parlato. La domanda che si pone è questa, come è teoricamente spiegabile e praticamente possibile, nel cinema, la «lingua della poesia»? Ma se accanto ad essa e all'angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.” Pier Paolo Pasolini ecc., tutto questo codice tecnico è nato quasi per insofferenza alle regole, per un bisogno di libertà irregolare e provocatoria, per un diversamente autentico o delizioso gusto dell’anarchia: ma è divenuto subito canone, patrimonio linguistico e prosodico, che interessa contemporaneamente tutte le cinematografie mondiali. Nel cinema di poesia invece il protagonista è lo stile. Al contrario, la purezza delle immagini cinematografiche, da un contenuto surrealistico, viene esaltata anziché offuscata. (Dove ho visto quella persona? Del resto, anche uno scrittore se per ipotesi rivive il discorso di un personaggio socialmente identico a lui, non può differenziarne la psicologia attraverso la lingua – che è la sua stessa – ma attraverso lo stile. È in questo «indiretto» pretestuale – ora per ragioni buone ora per ragioni cattive – che si può avere una narrativa scritta con forti quantitativi presi dalla «lingua della poesia». In casa, Pasolini organizza una scuola gratuita per pochissimi alunni, mentre continua ad occuparsi del recupero del dialetto friulano. Spia della presenza di tale film sotterraneo non fatto, sono, appunto, come abbiamo visto nelle analisi particolari, le inquadrature e i ritmi di montaggio ossessivi. Data Voti Positivi. Oppure la sequenza del sogno: che, dopo tanta squisitezza coloristica, è improvvisamente concepita quasi in un ovvio technicolor (a imitare, o meglio, a rivivere, attraverso una «soggettiva libera indiretta» l’idea fumettistica che ha un bambino delle spiagge dei tropici). Il cinema di Pasolini può essere considerato come uno specchio del suo percorso artistico e dell’evoluzione del suo pensiero. Se questo ragionamento fosse giusto, come pare, il cinema non potrebbe fisicamente esserci: o, se ci fosse, sarebbe una mostruosità, una serie di segni insignificanti. Cerca in questo Blog Trova . Tutti noi, con i nostri occhi, abbiamo visto la famosa vaporiera con le sue ruote e i suoi stantuffi. ecc. Il cinema, ho detto, prima, mancando di lessico concettuale e astratto, è potentemente metaforico, anzi, parte subito, a fortiori, al livello della metafora. Anche la lingua letteraria è naturalmente fondata su una doppia natura: ma in essa le due nature sono separabili: c’è un «linguaggio della poesia», e un «linguaggio della prosa», talmente differenziati fra loro da essere in realtà diacronici, da seguire due diverse storie. Il dolore che ne ho avuto ancora mi brucia dolorosamente. Oppure utilizza il tuo account Mettiamo: sistemi di segni mimici. Registrati al sito per restare aggiornato sulle ultime pubblicazioni e sui nostri servizi. Tutto questo testimonia una profonda, misteriosa e a tratti altissima intensità, nell’idea formale che accende la fantasia di Antonioni. Caratteristica costante di tutti i discorsi rivissuti è quella di non poter prescindere da una certa coscienza sociologica, da parte dell’autore, dell’ambiente ch’egli evoca: è infatti la condizione sociale di un personaggio che determina la sua lingua (linguaggio specialistico, gergo, dialetto, lingua dialettizzata che sia). La loro poesia era altrove che nel linguaggio in quanto tecnica del linguaggio. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Contatta la redazione a
ecc. ecc. Oppure ancora la sequenza della preparazione del viaggio in Patagonia: gli operai che ascoltano ecc. Tale tradizione tecnico-stilistica nascente si fonda sull’insieme di quegli stilemi cinematografici, che si sono formati quasi naturalmente in funzione degli eccessi psicologici anomali dei protagonisti scelti pretestualmente: o meglio in funzione di una visione sostanzialmente formalistica del mondo (informale in Antonioni, elegiaca in Bertolucci, tecnicistica in Godard ecc. della protagonista, affiora continuamente il mondo com’è visto dall’autore non meno nevrotico: dominato da uno spirito elegiaco elegante e non mai classicistico. Ma, a dimostrazione che il fondo del film sia sostanzialmente questo formalismo, vorrei esaminare due aspetti di una particolare operazione stilistica (la stessa che esaminerò anche in Bertolucci e Godard) estremamente significativa. Per esprimermi diligentemente: ogni sistema di linsegni è raccolto e racchiuso in un dizionario. - Scrittore, poeta, autore e regista cinematografico e teatrale italiano (Bologna 1922 - Ostia, Roma, 1975). Trova tutto il materiale per Il cinema di Pier Paolo Pasolini di Adelio Ferrero; Lorenzo Pellizzari ... Studenti. Questo ha voluto dire che esso ha subito una violentazione del resto abbastanza prevedibile e inevitabile. Il vangelo secondo Matteo (1964) - Pasolini - Subito dopo Pasolini aggiunge ai temi forti uno stile personale che trasforma il discorso fondamentalmente populista dei primi due film, in qualcosa di più originale e personale. Tale lingua tende a porsi ormai come diacronica rispetto alla lingua della narrativa cinematografica: diacronia che sembrerebbe destinata ad accentuarsi sempre più, come accade nei sistemi letterari. Invece la comunicazione cinematografica sarebbe arbitraria e aberrante, senza precedenti strumentali effettivi, di cui tutti siano normalmente utenti. Ma come è stata possibile a Antonioni questa «liberazione»? Descritta dunque toponomasticamente, l’operazione dell’autore cinematografico non è una, ma doppia. Secondo Pasolini la distinzione tra cinema di prosa e cinema di poesia non è una distinzione di valore, è una distinzione puramente tecnica. Egli è perciò completamente impossibilitato a ogni mimesis naturalistica di un linguaggio, di un ipotetico «sguardo» altrui alla realtà. Nel discorso diretto l’autore si fa da parte e cede la parola al suo personaggio, mettendola tra virgolette: E già il poeta innanzi mi saliva, e dicea: «Vienne omai: vedi ch’è tocco meridian dal sole ed alla riva cuopre la notte già col piè Morrocco». Il "cinema ideologico" di Pasolini fa da ponte tra la fase del "cinema di borgata" (che comprende Accattone, Mamma Roma e La Ricotta) e la fase del "cinema del mito"(che va da Edipo Re a Medea). Vuol dire che anch’esso si fonda su un patrimonio di segni comune. Commedia, western e nuovi autori. La legge interna al film delle «inquadrature ossessive» dimostra dunque chiaramente la prevalenza di un formalismo come mito finalmente liberato, e quindi poetico (il mio uso della parola formalismo non implica giudizio di valore: so benissimo che c’è un’autentica e sincera ispirazione formalistica: la poesia della lingua). Dedico la sceneggiatura del Padre Selvaggio al pubblico ministero del processo e al giudice che mi ha condannato...P.P. Eretico e CorsaroE’ stato il processo alla «Ricotta» per vilipendio alla religione che mi ha impedito di realizzare «Il Padre Selvaggio». Non la si sentiva. Qual è la differenza fondamentale tra questi due tipi di cinema, il cinema di prosa e il cinema di poesia? La sua «aggiunta storica» all’im-segno si applica a un im-segno di vita cortissima. Efficacia della normativa procedurale sul Terrorismo in Italia: come ha inciso l’attentato alle Torri Gemelle? Pasolini, "Petrolio": riassunto e commento Nel 1992 viene pubblicato da Einaudi il romanzo incompiuto d i Pier Paolo Pasolini, Petrolio. (Naturalmente c’è la riserva, dovuta al mio moralismo di marxista, di una possibile alternativa: ossia di un rinnovamento di quel mandato dello scrittore che in questo momento si presenta come scaduto.). Ne nasce l’insistenza che si fa ossessiva: in quanto mito della sostanziale e angosciosa bellezza autonoma delle cose. La poetica di Godard è ontologica, si chiama cinema. Anzi, nella realtà, a integrare la lingua parlata, un sistema di segni mimici deve effettivamente essere invocato. Ma non linguistica. Opere di Pasolini Il pensiero e la poetica di Pasolini sono evidenti nelle sue opere principali. Può essere parabola, mai espressione concettuale diretta. Ma potremmo parlare di un neo-cubismo non tonale. Nel cinema di prosa i protagonisti, come nei romanzi classici, sono i personaggi, la loro storia e il loro ambiente. Ogni realtà linguistica è un insieme di lingue differenziate e differenzianti socialmente: e lo scrittore che usi il «libero indiretto» deve avere soprattutto coscienza di questo: che è poi una forma di coscienza di classe. Un discorso libero indiretto potenziale e emblematico c’è anche in Dante, quando usa, per ragioni mimetiche, delle parole di cui è inimmaginabile ch’egli fosse utente, e che appartengono alla cerchia sociale dei suoi personaggi: espressioni di linguaggio cortese, da romanzo a fumetti dell’epoca, per Paolo e Francesca, le «parolacce» per il Lazaronitum comunale ecc. Per quanto riguarda il cinema, Pasolini realizza due opere filmiche oltre agli Appunti per un’Orestiade africana: Edipo re (1967), in cui preponderante è il piano psicoanalitico che prende in considerazione il percorso che porta alla conoscenza di sé3, e Medea Se dovessi definire questa distinzione direi che nel cinema di prosa i protagonisti, come nei romanzi classici, sono i personaggi, la loro storia e il loro ambiente. E per ciascun altro film, ho dovuto imparare una tecnica differente e adatta." Al boom di benessere si affiancò anche il cinema che iniziò a vivere una seconda giovinezza lontano da Hollywood, dove fino ad allora si erano prodotti. Se per caso volessimo immaginare un dizionario delle immagini dovremmo immaginare un dizionario infinito, come infinito continua a restare il dizionario delle parole possibili. Si pensi ai voli, affannati o gioiosi, di colombe, per metaforizzare stati d’animo di affanno o di gioia nell’animo del personaggio ecc. Quali esempi concreti di tutto questo, trascinerò nel laboratorio Antonioni, Bertolucci e Godard – ma potrei aggiungere anche, dal Brasile, Rocha, o, dalla Cecoslovacchia, Forman, e naturalmente moltissimi altri (quasi tutti gli autori del Festival di Pesaro, presumibilmente). Cioè, nel cinema di prosa. ecc. Se poi appartengono ad altro mondo sociale, vengono mitizzati e assimilati attraverso la tipizzazione dell’anomalia, della nevrosi o dell’ipersensibilità ecc. In compenso l’autore cinematografico non deve elaborare una tradizione stilistica secolare, ma semplicemente decennale: praticamente non ha una convenzione da contraddire con eccessivo scandalo. Nel 1969, secoli e secoli dopo, ne abbiamo avuto una versione cinematografica diretta da Pier Paolo Pasolini e interpretata dalla grande Maria Callas. E accontentarsi, quanto a norma, di un certo quantitativo inarticolato di modi espressivi che, nati come stilemi, son divenuti sintagmi. Tale ossessività contraddice non solo la norma del linguaggio cinematografico comune, ma la stessa regolamentazione interna del film in quanto «soggettiva libera indiretta». In questa fase Pasolini si avvicinò molto al cinema e come regista dette importanti prove della sua visione poetica, da un lato riallacciandosi a certe situazioni tipiche del filone neorealistico, dall'altra proponendo temi ed elementi di grande suggestione o lirica o esotica o mitico-fiabesca o , infine, in chiave grottesca e surreale. Il padre, di origini romagnole, era un severo tenente di fanteria, che ebbe con il ragazzo un rapporto conflittuale. Il cinema di prosa è un cinema in cui lo stile ha un valore non primario, non appariscente, non clamoroso: mentre lo stile del cinema di poesia è l’elemento centrale, fondamentale. Autori, film, correnti Non la si sentiva. Tutto questo dovrebbe, in conclusione, far pensare che la lingua del cinema sia fondamentalmente una «lingua di poesia». In parole molto povere, nel cinema di prosa, non si sente la macchina da presa e non si sente il montaggio, cioè non si sente la lingua – la lingua traspare sul contenuto e ciò che conta è quello che viene narrato. Euripide è stato uno dei maggiori poeti tragici greci, e la sua opera Medea andò in scena per la prima volta nel 431 a.C. ad Atene. Terzo fatto: l’operazione prima che deve compiere il regista – ossia la scelta del suo vocabolario di im-segni, come possibile istituzione linguistica strumentale – non ha certo l’oggettività che ha un vero e proprio vocabolario comune e istituito come quello delle parole. Il camminare soli per la strada, anche con le orecchie otturate, è un continuo colloquio fra noi e l’ambiente che si esprime attraverso le immagini che lo compongono: fisionomie di gente che passa, loro gesti, loro cenni, loro atti, loro silenzi, loro espressioni, loro scene, loro reazioni collettive (mucchi di gente ferma ai semafori, affollamenti intorno a un incidente stradale o intorno alla donna-pesce a Porta Capuana); inoltre: cartelli segnaletici, indicazioni, direzioni rotazionali in senso antiorario, e insomma oggetti e cose che si presentano cariche di significati e quindi «parlano» brutalmente con la loro stessa presenza. Questa è probabilmente la differenza principe tra l’opera letteraria e l’opera cinematografica (se importa fare tale confronto). Pasolini, Moravia e l'Indi ANALISI DEI SEGUENTI TESTI: E. De luca, Il pannello G. Pontiggia, ilprezzo del mondo P.Levi, Sandro J. Joyce, Eveline P.P Pasolini, Il Riccetto e la rondine Laboratorio di scrittura Il riassunto La mappa e la scaletta Il tema. Insomma, come ha diritto di cittadinanza nello stile di un poeta la pre-grammaticalità dei segni parlati, avrà diritto di cittadinanza nello stile di un autore cinematografico la pre-grammaticalità degli oggetti. Poesia, cinema, società di Mirko Grasso su AbeBooks.it - ISBN 10: 8875530920 - ISBN 13: 9788875530921 - Edizioni Dal Sud - 2004 - Brossura Perché il problema, in parole molto semplici, è questo: mentre i linguaggi letterari fondano le loro invenzioni poetiche su una base istituzionale di lingua strumentale, possesso comune di tutti i parlanti, i linguaggi cinematografici sembrano non fondarsi su nulla: non hanno, come base reale, nessuna lingua comunicativa. Il «cinema di poesia» – come si presenta a qualche anno dalla sua nascita – ha dunque in comune la caratteristica di produrre film dalla doppia natura. Nel Deserto rosso, Antonioni non applica più, in una contaminazione un po’ goffa, come nei film precedenti, la sua propria visione formalistica del mondo a un contenuto genericamente impegnato (il problema della nevrosi da alienazione): ma guarda il mondo immergendosi nella sua protagonista nevrotica, rivivendo i fatti attraverso lo «sguardo» di lei (che non per nulla stavolta è decisamente oltre il limite clinico: il suicidio essendo stato già tentato).