A Catania la mole del pupo costringe il manovratore ad una posizione alzata o supina su un palchetto appositamente costruito sopra il teatro vero e proprio, per cui il pupo si muove quasi sempre accostato al fondale di scena e fatto scorrere, durante le battaglie, per tutta la lunghezza del teatro. I suoi abiti sono verdi. Dubbia è però l’individuazione delle fonti iconografiche dalle quali discendono i disegni e i tratti figurativi di questi cartelloni. Esser un bravo Puparo non significa solo esser un bravo artigiano, ma anche esser un bravo attore visto che egli ha il compito di animare i Pupi e di dar loro la voce. A Palermo si adoperavano dei cartelloni di carta di imballaggio dipinti a tempera (tra il 1920 e il 1950) larghi 2 m. e lunghi 3 o 4 m., suddivisi a scacchi (come quello usato dai cantastorie), nei quali erano illustrati i momenti salienti degli episodi, che dovevano essere rappresentati nel corso della settimana; i riquadri variavano da un minimo di sei, per gli avvisi ordinari, ad un massimo di dodici per gli avvenimenti più importanti del ciclo, come per la rappresentazione della Rotta di Roncisvalle. Quello solenne prevede l’ingresso dei vari guerrieri e poi quello del re o del condottiero che annunzia la battaglia che si deve intraprendere. Da quest’impatso ricavare sei palline di ugual peso, e con queste confezionare i “pupi cù l’uova”: spianare ogni pallina riducendole ad uno spessore di circa ½ centimetro, inglobare l’uovo sodo, ben asciutto, e comporre la figura che più vi aggrada (cestino, pupazzo, colomba, ecc.). A spettacolo finito, bevuto un bicchierino di marsala, si può prendere in mano un pupo per rendersi conto del suo peso e andare dietro le quinte a vedere come è tecnicamente attrezzato il teatro A Catania invece i cartelloni (realizzati nello stesso modo di quelli palermitani) proponevano un solo grande riquadro con il quale si reclamizzava la scena madre e centrale dello spettacolo di ogni giorno. 091.8146971 - 347.5792257 web: TEATRO del Museo Internazionale delle Marionette, 90133 Palermo - piazzetta Antonio Pasqualino, 5 Tel. I pupi catanesi arrivano fino a un metro e trenta di altezza e pesano dai 15 ai 35 chilogrammi, mentre i pupi palermitani raramente superano i cm. I pupi catanesi arrivano fino a un metro e trenta di altezza e pesano dai 15 ai 35 chilogrammi, mentre i pupi palermitani raramente superano i cm. Non è mai mancata in ogni caso nemmeno una loro difesa da parte d’intellettuali e uomini di cultura, (come ci fa sapere Sebastiano Burgaretta, studioso di tradizioni popolari) che asserivano a più riprese come questi spettacoli sottolineassero gli aspetti positivi del carattere dei siciliani. Per quanto riguarda gli addobbi e i vestimenti essi sono un pò più raffinati rispetto a quelli palermitani. Quali sono i … La tradizione dell’Opera dei Pupi siciliana include due tipi di pupi: palermitani e catanesi. Don Liberto incluse anche nel suo repertorio spunti di due opere di Shakespeare: il Macbeth e Giulietta e Romeo. I biscotti algerini sono semplicissimi da preparare. Dalle Chansons de Geste deriva il Ciclo Carolingio che abbraccia un periodo storico che va dalla morte di Pipino il Breve a quella dell’Imperatore Carlo Magno. Esistono due tipi di pupi: palermitani e catanesi. Il pupo palermitano è alto tra gli 80 centimetri e 1 metro, pesa 8 kg, ha il ginocchio snodato e può sfoderare e rinfoderare la spada. Il peso dei Pupi palermitani, anche per la presenza di elmo e armatura, può raggiungere i 10 kg. Le fonti principali per questo tema sono le Chansons de Geste ed il romanzo arturiano. Le corazze sono decorate con l’aggiunta di piastre pendenti. Altre due figure che non potrebbero mancare e che ruotano costantemente attorno al protagonista, fungendo da corollario, sono Angelica, la donna saracena per cui lo stesso Orlando impazzisce d’amore perdendo il senno che soltanto sulla luna riuscirà a ritrovare, e Rinaldo, cugino di Orlando, secondo cavaliere della corte di Carlo, dal carattere benevolmente ribelle, particolarmente amato dal pubblico. Sulla scena egli è il più valoroso tra i cavalieri di Carlo Magno, a cui salva la vita, è dotato di grande coraggio ed è animato da sentimenti di grande fedeltà e lealtà nei confronti del suo re; tra i personaggi dell’Opera dei pupi è quello in cui maggiormente storia e leggenda si confondono. Durante gli spettacoli il Puparo usa spesso un linguaggio letterario particolare arricchito da alcune frasi dialettali ed i suoi spettacoli sono arricchiti dalla musica originariamente data dai musicanti e successivamente da un organetto. All’epoca uno dei primi fu Don Liberto Canino (come ci racconta Giuseppe Pitrè) che portò sulla scena temi come: “vita e morte di Giordano Bruno” ricavata da un racconto di Dumas, “vita e morte di Antonio Di Blasi Testa Longa” che suscitò a quel tempo grande entusiasmo ed infine i “Beati Paoli” tratti dal Linares. Le principali differenze tra i pupi palermitani e quelli catanesi sono rappresentate dal loro peso e dalla loro altezza, ovvero, i pupi catanesi arrivano fino a un metro e trenta di altezza e possono raggiungere un peso di 35 Kg., per di più, hanno le gambe rigide, senza snodo al ginocchio, e, se sono guerrieri, tengono quasi sempre la spada impugnata nella mano destra; mentre i pupi palermitani raramente superano gli 80 cm. Il peso relativamente esiguo permette al puparo un’ampia manovra: il pupo è agilissimo, ha un movimento veloce e scattante e sembra quasi saltellare sulla scena per affondare e schivare i colpi durante i duelli. Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com. Viene rappresentato con una colomba sul cimiero, sulla corazza e sullo scudo, porta abiti e mantello rossi, la tipica faroncina, con delle calze lunghe a coscia. Nell’opera dei pupi troviamo alcuni dei personaggi elencati in precedenza e altri presi in prestito dai poemi epico-cavallereschi, mischiando così ancora di più mito e realtà. TEATRO DEI PUPI A PALERMO. I pupi siciliani si distinguono dalle altre marionette essenzialmente per la loro peculiare meccanica di manovra e per il repertorio, costituito quasi per intero da narrazioni cavalleresche derivate in gran parte da romanzi e poemi del ciclo carolingio Ognuno di essi presenta delle peculiarità. Tali artisti eseguivano a puntate le varie avventure degli eroi cavallereschi, schema che poi sarà riprodotto dall’Opra, ed è provato che già a partire dall’inizio del 1800 il loro repertorio comprendeva anche “I Reali” e una “Storia di Orlando e Rinaldo”. Fare un buco al centro, mettervi l’uovo e lo strutto (o il burro) e iniziare ad impastare con la punta delle dita fino ad ottenere un composto a grosse briciole. 80 di altezza ed i Kg. Ogni Puparo ha i suoi trucchi e tecniche sceniche ed il proprio repertorio spesso personalizzato del quale è molto geloso e che rivela ai suoi aiutanti, anche se appartenenti alla sua famiglia, il più tardi possibile, ma lavora sempre nel rispetto della ormai secolare tradizione. La prima distinzione riguarda la stessa dimensione del pupo, che a Palermo presenta un’altezza simile a quelle delle marionette classiche, tra gli 80 cm e il metro dal peso di 13,14 kg., mentre a Catania si trovano pupi alti un metro e trenta cm e in alcuni casi possono pesare quasi 30 kg. Nel 1° ottocento Angelica, Berta, Claudiana e le altre donne illustri vestono secondo la moda di quell’epoca, su un tono più dimesso sia nel vestiario, che nelle armature, troviamo i personaggi minori, le figure ordinarie e le comparse. Puoi vederli I pupi palermitani sono alti tra gli 80 cm e 1 mt di altezza e possono pesare fino a 8 kg, quelli catanesi possono essere alti fino a 1,30 mt e pesare fino a 35 kg. Lo spettacolo ha avuto luogo il 25 novembre 2007 al Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo, per il Festival di Morgana, rassegna di pratiche teatrali tradizionali. . 8 circa. fonte/foto: http://www.irsap-agrigentum.it/Teatro%20di%20figura.htm#teatro%20di%20figura, a sinistra: maneggio dall’alto della scuola catanese; a destra: maneggio laterale della scuola palermitana. Cartellone dell’opera dei pupi Palermitani dal teatro di Gaspare Canino (Palermo) I Consigli hanno anche il merito di chiarire il carattere dei personaggi, cioè se essi sono “amici” o “nemici“, traditori o meno, i rapporti che intercorrono tra fra loro, i comportamenti che essi assumono ed i valori che essi rappresentano. Al di là degli elementi stilistici unitari esistono due scuole di pensiero, quella Palermitana e quella Catanese, che sono molto diversificate nella costruzione del pupo, alle quali pupari di altre località siciliane: Acireale, Agrigento, Messina, Trapani, etc. In più c’è la possibilità di piegare le gambe, facendo inginocchiare il pupo. Di legno sono: la testa, avambracci e mani, busto e gambe; di metallo: i giunti che uniscono le gambe al busto, i giunti delle ginocchia (nei pupi Palermitani), l’asta che serve a sorreggere il pupo (parte integrante della testa), che attraverso un gancio si collega al busto, e una seconda asta in metallo, inserita nella mano destra (evoluzione del pupo siciliano); di stoffa: le braccia, che uniscono gli avambracci al busto. Differenti i pupi della tradizione palermitana, con ginocchia snodabili, ed il cui peso di soli 6/7 kg. Esso offriva, nelle sue rappresentazioni un comodo repertorio già in parte sceneggiato e dialogato. Il pupo palermitano è alto tra gli 80 centimetri e 1 metro, pesa 8 kg, ha il ginocchio snodato e può sfoderare e rinfoderare la spada. Al contrario, invece, i pupi catanesi sono più alti e pesanti(1,40 metri di altezza e 30 chili di peso), ma meno dinamici. Il pupo palermitano è alto circa 90 cm e con l’armatura arriva a pesare 10 kg. In passato tale compito era affidato ad esperti artigiani, col passare del tempo è stato lo stesso Puparo ad occuparsi di tale compito che svolge grazie anche all’ausilio di calchi in piombo. I pupi palermitani non superano mai gli 80 cm di altezza ed i 5 kg di peso, possono articolare le ginocchia, sguainare e riporre la spada nel fodero, sono manovrati da animatori posizionati dietro le quinte poste ai lati del palcoscenico, con i piedi poggiati sullo stesso piano di calpestio dei pupi. Quali sono le differenze tra pupi palermitani e pupi catanesi? Al contrario dei pupi palermitani, che non sono alti più di 90 cm., le marionette catanesi, armate di spada e protette da elmo e scudo, sono poderose e solenni e raggiungono un’altezza di 140 cm., oltre a un peso … Spessissimo si facevano anche delle allusioni, dei riferimenti a problemi e fatti politici, irridendo i potenti di turno. Al contrario dei pupi palermitani, che non sono alti più di 90 cm., le marionette catanesi, armate di spada e protette da elmo e scudo, sono poderose e solenni e raggiungono un'altezza di 140 cm, oltre a un A spettacolo finito, bevuto un bicchierino di marsala, si può prendere in mano un pupo per rendersi conto del suo peso e andare dietro le quinte a vedere come è tecnicamente attrezzato il teatro Si organizzano a livello impresariale perfezionando le tecniche espressive allo scopo di richiamare un pubblico sempre più vasto. Del Kathputli, del Festival di Morgana e del Museo Internazionale delle Marionette parleremo fra qualche post, dopo aver concluso l’excursus descrittivo sull’ Opera dei Pupi siciliani. Il pupo palermitano è alto circa 80 cm - 1 m, pesa 8 kg, ha il ginocchio snodato e può sfoderare e rinfoderare la spada. Su ciascuna armatura sono fissate le insegne che identificano i personaggi; Si preparano due bacchette di ferro: una servirà a reggere il 80 di altezza ed i Kg. Se il pupo è un guerriero, la spada è quasi sempre impugnata nella mano destra. Dopo il 1950 questi quadri furono dipinti su tela di cotone. Vi sono pareri discordanti circa i nomi dei 12 Pari, per alcuni testi essi erano: Orlando – Olivieri – Berengario – Ottone – Gerino – Ivo – Avorio – Genieri – Ansegi – Sansone – Gerardo – Engelieri. Tra pupi palermitani e catanesi sussistono, tuttavia, delle significative differenze inerenti la meccanica e le tecniche di manovra. Esse includono, come momento culminante, la morte di alcuni personaggi. 3496149488 - 3209763575 - 3240740143, 90139 Palermo - via Collegio di Maria al Borgo, 17. si rifanno, aggiungendo delle particolarità personalizzate; dobbiamo però dire per onor di cronaca, che lo stile palermitano e quello più diffuso. In pratica il pupo palermitano ha le ginocchia snodate, con cubitiera, ginocchiere ed elmo con visiera mobile, che consente un andamento più aggraziato ed una scioltezza mimica di tutto il corpo, che influisce moltissimo sul modo di dialogare, di gestire e di combattere e alcuni possono anche muovere gli occhi e la bocca. Mettere sul piano di lavoro la farina setacciata con il lievito. Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino Nel movimento il pupo è più rigido, non può inginocchiarsi ed ha una cadenza quasi irreale anche perché non poggia per terra ed è sorretto da catene ancorate alla parte alta del teatro. di altezza ed i 5 Kg. alto circa 1 metro, armatura in alpacca interamente fornita di cerniere, sbalzata e abbellita con decorazioni in rame opera di francesco paolo galluzzo detto u marmuraru, fra i migliori costruttori … La scelta del disegno non è casuale, né viene affidata alla creatività dell’artigiano, ma fa preciso riferimento a canoni prestabiliti, utilizzati per individuare il personaggio. Pupi siciliani curiosità Storia dei Pupi Siciliani - Catani . Il Puparo è l’artista-artigiano vero fulcro dell’Opra dei Pupi. La struttura di base del Pupo è costituita da tre elementi fondamentali: legno, metallo e stoffa. Nella preparazione dei pupi, che svolgono la funzione di eroi e di protagonisti, oltre che la ricercata ed attenta espressività dei volti, bisogna tenere conto soprattutto del repertorio ornamentale delle armature realizzate con materiali vari quali: rame,ottone e alpacca (una lega conosciuta anche come argentana, composta da rame al 50%, nichel al 20% e zinco al 30%), lavorate con la tecnica a sbalzo. Sono state finalmente inserite qui a fianco, con un collegamento a Flickr, le foto scattate allo spettacolo Kathputli di marionette del Rajasthan. Quali sono i prodotti tipici siciliani agroalimentari Per quanto riguarda il teatro vero e proprio c’è da dire che quello catanese per ovvi motivi è molto più grande e può arrivare anche a 10 m. di lunghezza, esso in genere si preparava all’interno di magazzini o scuderie. Le due si differiscono tra di loro per le dimensioni e il peso dei pupi e per alcune differenze nella movimentazione. I pupi catanesi arrivano fino a un metro e trenta di altezza e possono raggiungere un peso di Kg. Così, mentre a Catania la battaglia riguarda principalmente un paio di Pupi che eseguono dei movimenti limitati, a Palermo l’azione è più movimentata e consta di due moduli diversi, lo squadrone e la battaglia. MÓIN-MÓIN. 80 di altezza ed i Kg. T ra pupi palermitani e catanesi sussistono, tuttavia, delle . Ognuno di essi presenta delle peculiarità. fonte: http://www.irsap-agrigentum.it/Teatro%20di%20figura.htm#teatro%20di%20figura, foto: http://www.rositour.it/Italia/Sicilia/Palermo/Palermo.htm. Storicamente il cuntastorie era un narratore che non utilizzava alcuno strumento musicale (usato molto tempo dopo dai cantastorie), ma usava modulare la voce con una tecnica tutta particolare, con regole precise di tempo, ritmo ed esposizione orale che si tramandava di generazione in generazione. Alcuni studiosi, tendono a risalire ad uno stile composito di elementi bizantini, arabi, francesi, spagnoli etc., ma la storia dei pupi in effetti coincide con le vicende delle famiglie dei marionettisti. Il repertorio, in qualche caso, si discostava dalle programmazioni classiche per raccontare l’attualità, utilizzando spesso storie di vario genere tra le quali quella del brigantaggio. Nell'Opera dei Pupi si trasmettono ancora oggi stili e comportamenti del popolo siciliano come la cavalleria, il senso dell'onore, la difesa del debole e del giusto, la priorità della fede. 19 - 80 - 10 i numeri dei pupi Prova a giocarli! 5 di peso. Questo permette ai pupari di muoversi in un solo piano e di scostarsi soltanto poco dallo scenario. I pupi catanesi arrivano fino a un metro e trenta di altezza e possono raggiungere un peso di Kg. I primi sono delle riunioni di più personaggi e possono avere un carattere privato o solenne. Occorre distinguere che il “Cantastorie” era l’artista-girovago che tratta il tema epico attraverso il canto, mentre il “Cuntastorie” eseguiva gli stessi temi attraverso la semplice declamazione: era, insomma, una sorta di puparo mancato, cui solo le limitate possibilità finanziarie impedivano di allestire un teatro dei pupi, affidandosi, così, all’arte della parola, imparando tutte le regole della narrazione. Il Ciclo di Carlo Magno prevede una sua particolare suddivisione: “La storia di Ettore e dei suoi discendenti“, “I Reali di Francia da Costantino a Carlo Magno“, “Storia dei Paladini di Francia“, “Guido Santo e i discendenti di Carlo Magno“. - … Peso: fino a Kg. La particolarità di uno spettacolo dei Pupi è che spesso la recitazione dei maestri pupari è a soggetto, sempre nel rispetto della “sceneggiatura” collegata alla tradizione, e che la rappresentazione può anche durare alcune ore. foto: mimmo cuticchio, puparo palermitano (http://www.teatro-palladium.it/it/palladium/programma/visita-guidata-all%E2%80%99opera-dei-pupi.html). 35, mentre i pupi palermitani raramente superano i cm. Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino Il sig. 80 di altezza ed i Kg. Altra importante differenza consiste nel fatto che durante i combattimenti la testa di alcuni pupi può cadere o addirittura che alcuni di essi vadano letteralmente a pezzi.